Genere: dramma; mafia, legalità
Debutto: 15 novembre 2013 – Opera – Cinema Teatro Eduardo
Contenuto: La performance teatrale, dal titolo “Mi chiamo Piera Aiello”, è un libero adattamento tratto dal libro “Maledetta mafia. Io, donna, testimone di giustizia con Paolo Borsellino” (Ed. San Paolo, 2012) scritto da Piera Aiello (*) e Umberto Lucentini, giornalista e biografo di Paolo Borsellino.
(*) Piera Aiello (Partanna, 2 luglio 1967) è una testimone di giustizia italiana.
Sposa nel 1985 Nicolò Atria, figlio del boss mafioso Vito Atria. Nove giorni dopo il matrimonio viene ucciso il suocero. Il 24 giugno 1991, nel ristorante di Piera Aiello e in sua presenza verrà ucciso il marito.
A seguito di questi eventi deciderà di divenire testimone di giustizia iniziando a collaborare, unitamente alla cognata Rita Atria con il giudice Paolo Borsellino.
Il 25 luglio 2008 viene nominata presidente dell’associazione antimafie “Rita Atria”.
Finalità: Il messaggio che si desidera lanciare è quello di un possibile cambiamento delle storie personali, anche delle più delicate, difficili e dolorose, delle “prigioni dell’anima” come le chiama Don Ciotti.
Si può cambiare quando la dignità non è compromessa e si decide di saltare gli ostacoli del fatalismo, della permanenza e dell’indifferenza.
Regia: Nadia Bruno
Attori: Sara Tesco, Maurizio Gualtieri, Maurizio Tartaglia, Cristina Sgambi, Floriana Sechi, Francesca Laquintana, Marco Degradi, Cristina Sgambi, Rossana Reccia, Francesca Zumbo.
Luci e suoni: Adriana Bongermino
Durata: 60 minuti